Rosa di sera…

Ieri mi sono fatta una bella passeggiata verso l’imbrunire ed il cielo mi ha regalato colori bellissimi…

pic by me

Sembrava di osservare un quadro. Eccezione per quei fili… 😒 Per alcuni minuti i colori sono stati accesissimi ed era un po’ strano, poiché sono giorni di forte umidità e colori spenti e grigi. E poi c’era la luna, ancora in fase gibbosa crescente. La luna piena è prevista per domani, martedì 8, e sarà anche eclissi lunare ahimè non visibile dall’Italia, ma online ci sono molti siti dove ovviare come ad esempio Virtual Telescope Project.

…ubriaco d’universo…

Dalla mia terrazza, ogni sera d’estate, le prime due stelle che si accendono sono Arturo e Vega.
Arturo è proprio sopra il tetto e si riconosce per la sfumatura aranciata, mentre Vega, dal tono bianco azzurro, pare stargli quasi di fronte. Il cielo è ancora di un intenso blu chiaro quando loro si palesano.
Arctūrus, da noi distante 36,7 anni luce, classificata stella gigante, è la stella più luminosa della costellazione detta Boote (il Pastore) e la quarta più luminosa del cielo notturno osservabile ad occhio nudo. Già citata da Omero ed Esiodo, il nome deriva da Àrktos-urá ossia coda dell’Orsa e questo perché è posizionata proprio lì accanto come se la seguisse o conducesse. In Hawaii e Polinesia, Arturo era chiamata Hōkūleʻa, stella della gioia, ed era fondamentale punto di riferimento per la navigazione. Arturo per i romani poteva essere associata a eventi negativi o comunque sfortunati, mentre stando ad una delle tante leggende greche fu Zeus a tramutare Callisto nell’Orsa Maggiore; la giovane era una delle ancelle della dea Artemide ma anziché restare vergine cedette a Zeus, dalla loro unione nacque Arcade. Per proteggere Callisto dalle ire della consorte Era, il padre degli dei la trasformò in un’orsa, la quale prese a vagare alla ricerca dell’amato figlio. Molti anni trascorsero e infine Callisto trovò Arcade, questi però credendo di essere attaccato si difese scoccando delle frecce. Zeus, dall’alto dell’Olimpo, vedendo ciò che stava per accadere, trasformò madre e figlio in Orsa Maggiore e costellazione di Boote/Arturo (in alcune versioni, Arcade divenne l’Orsa Minore).
Vega, il cui nome deriva dall’arabo an-nasr al-wāqi‘ ossia Aquila che plana, è una stella bianca e dista da noi 25 anni luce. È la stella più brillante della costellazione della Lira e la quinta più luminosa del cielo notturno visibile ad occhio nudo. Vega fa parte del cosiddetto Triangolo Estivo, ben visibile da giugno ai primi giorni di gennaio nel nostro emisfero, assieme ad Altair, costellazione dell’Aquila e Deneb, nella costellazione del Cigno. Usata come punto di riferimento per varie misurazioni stellari, Vega è estremamente importante nell’astronomia e nella storia. A causa del fenomeno della precessione (in pratica la Terra trottoleggia e così facendo varia l’orientamento dell’asse di rotazione), Vega ha ricoperto il ruolo di Polaris/Stella Polare circa dodicimila anni fa e di nuovo lo sarà tra poco più di tredicimilacinquecento. Conosciuta fin da tempi assai remoti, Vega è stata la seconda stella ad essere immortalata su un dagherrotipo; infatti, dopo il Sole, fu lei a venire ritratta dopo lunga esposizione presso l’Harvard College Observatory grazie a due pionieri dell’astrofotografia, il direttore dell’osservatorio William Cranch Bond ed il fotografo di Boston John Adams Whipple.

La sera di giovedì 14, due sere fa, mentre osservavo il passaggio della ISS, International Space Station, ho avuto la fortuna di vedere ben tre stelle cadenti! La prima e la terza sono state praticamente meno di un attimo, ma la seconda mi ha regalato una bellissima istantanea: la ISS era proprio sopra la terrazza e solcava un cielo limpidissimo punteggiato di stelle, ad una estremità del Triangolo Estivo, ed in sequenza i tre frammenti di meteora sono apparsi. Purtroppo ieri non ha replicato e chissà stasera! Io sono sempre sulla terrazza, davanti a me il Triangolo attorniato da stelle e costellazioni, in attesa che l’applicazione mi avvisi dell’imminente passaggio della ISS. Incrocio le dita!

Quale canto s’è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco
d’universo



Giuseppe Ungaretti – La notte bella

In diretta da… 4,6 miliardi di anni fa!

Con più di un’ora di ritardo, verso la mezzanotte di ieri, il presidente Joe Biden ha partecipato alla conferenza stampa assieme alla vice-presidente Harris e all’amministratore NASA Bill Nelson, mostrando la prima immagine catturata dal telescopio Webb. Pochi minuti, carichi di meraviglia ed emozione.

Jonathan McDowell, astrofisico dell’Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics, spiega QUI con parole semplici e comprensibili cosa questa prima immagine, chiamata Webb’s First Deep Field, ci mostra e cosa significa per la ricerca. E per la Storia!

It is the deepest image of our universe that has ever been taken

Bill Nelson

Il Webb’s First Deep Field è il primo campo profondo raffigurante l’immagine dell’ammasso di galassie denominato tecnicamente SMACS J0723.3-7327, collocato nella costellazione minore dell’emisfero meridionale a sua volta battezzata Pesce Volante. Ciò che vediamo è l’insieme di una esposizione di circa dodici ore e diverse lunghezze d’onda, catturata tramite la NIRCam (Near-Infrared Camera) in dotazione al telescopio. La porzione immortalata, stando alla NASA, sarebbe grande quanto un granello di sabbia e ci arriva dal passato di 4,6 miliardi di anni fa.

NASA’s Webb’s First Deep Field

Tra meno di un’ora, NASA TV ci mostrerà tutta l’intera serie delle prime immagini ottenute, ed ovviamente elaborate, dal James Webb Space Telescope lanciato in orbita nel dicembre 2021. Sono già in fremente attesa!

La prima immagine

In questi giorni il cielo notturno sta dando un po’ di spettacolo, sciami meteorici e luna piena allieteranno le sere donandoci un bel sorriso e magari rinfrancandoci un po’ da questo torrido caldo africano, che pare proprio essersi affezionato. Mercoledì 13 ci sarà anche la Luna Piena (che trovandosi al perigeo ci apparirà più grande e più luminosa), la quale poi si dedicherà a qualche affascinante balletto con alcuni dei pianeti del nostro sistema solare. Ad aprire le danze con la Luna sarà Saturno, venerdì 15, la coppia sarà in congiunzione alle 22:16 ore italiane. Con congiunzione s’intende l’evento apparente che si verifica quando due o più oggetti sono visibili molto vicini. Il 19, verso le tre di notte, toccherà a Luna e Giove. Alle 18:46 del 21 la congiunzione che potremo vedere sarà quella tra Luna e Marte. Alle 16:12 del 26, Luna e Venere; il nostro satellite si troverà in fase crescente e se avremo la fortuna di un cielo limpido e terso anche questa coppia la potremo osservare ad occhio nudo, meglio con un binocolo astronomico però! Purtroppo la congiunzione del 29 tra Luna e Mercurio sarà un po’ difficile da osservare dal nostro emisfero. Tornando agli sciami meteorici, dal 18 al 28 dovrebbero susseguirsi le Aquilidi, radiante compreso tutta la notte e picco di visibilità nei giorni 18 e 19; le o-Draconidi, generate probabilmente dalla meteora C/1919 Q2 Metcalf scoperta nell’agosto del 1919 dal Reverendo Joel Hastings Metcalf, astronomo statunitense che scoprì numerosi corpi celesti. La notte tra il 19 ed il 20 sarà quella di massima attività per lo sciame delle Cignidi, spesso non granché luminoso che, come suggerisce il nome (e cosa valida per i nomi di tutti gli sciami meteorici), sarà visibile nell’area della costellazione del Cigno. La notte che accompagnerà la fine di luglio e l’inizio di agosto sarà anche quella con la maggiore attività delle a-Andromedidi; sciame poco studiato poiché spesso confuso con Capricornidi e Perseidi, sarà osservabile tutta la notte anche grazie all’assenza della Luna. Se di quest’ultima volete essere sicuri di non perdere lo spettacolo di mercoledì 13, collegatevi a QUESTO link per vederlo live su YouTube. Magari da voi pioverà! Incrociamo le dita… 🤞🏻

foto presa dal web

La NASA ha comunicato che questa sera ore 23 italiane (5pm di Washington D.C.), il presidente USA Joe Biden mostrerà l’immagine denominata Webb’s First Deep Field; anteprima degli eventi di domani, martedì 12, e dei giorni successivi, l’immagine mostrerà ciò che il James Webb Space Telescope ha catturato dalla sua postazione. L’antipasto, che mostrerà le immagini più profonde mai catturare prima, un vero viaggio nel tempo!, sarà visibile sul sito della NASA e su NASA TV, in diretta. Io sarò ovviamente collegata, ed altrettanto ovviamente dalla terrazza con in sottofondo il cielo stellato, e voi?

Naso all’insù

Tra oggi, domenica 10 Luglio, e martedì 12, il nostro cielo sarà teatro di un bellissimo e affascinante spettacolo. La compagnia di attori sarà quella delle Pegàsidi e delle Capricornidi, più volgarmente denominate stelle cadenti. Saranno messe un po’ in ombra dalla regina del cielo notturno, la Luna infatti si trova in fase di gibbosa crescente e sarà piena il 13. Da giorni fioccano titoli sulla Luna Piena del Cervo, così nominata la fase di plenilunio che coinciderà con il trovarsi al perigeo, ovvero alla minima distanza dalla Terra, del nostro satellite. Lo sciame meteorico delle Pegàsidi è giovane, veloce e, leggendo un po’ sui vari siti tra cui UAI, seppur conosciuto già nell’800, ha una origine ancora non molto chiara. Al contrario, quello delle Capricornidi, scoperto attorno al 1935, è uno sciame più lento e brillante e nonostante la luna in fase crescente sarà poco disturbato dal nostro satellite, che resterà basso sull’orizzonte. Per entrambi gli sciami il radiante, il punto nel cielo notturno dal quale sembrano provenire le così dette stelle cadenti, apparirà attorno alle 23/23:30.
Quindi occhio al cielo!

Ah, Moon — and Star!
You are very far —
But were no one
Farther than you —
Do you think I’d stop
For a Firmament —
Or a Cubit — or so?
I could borrow a Bonnet
Of the Lark —
And a Chamois’ Silver Boot —
And a stirrup of an Antelope —
And be with you — Tonight!
But, Moon, and Star,
Though you’re very far —
There is one — farther than you —
He — is more than a firmament — from Me —
So I can never go!


Ah, Luna – e Stella!
Siete molto lontane
Ma se nessuno fosse
Più lontano di voi
Credete che mi bloccherei
Per un Firmamento
O un Cubito – o altro?
Potrei prendere il Berretto
Dell’Allodola
E gli Stivali Argentei di un Camoscio
E la staffa di un’Antilope
E sarei con voi – stanotte!
Ma, Luna, e Stella,
Benché siate molto lontane
C’è qualcuno – più lontano di voi
Egli – è a più di un firmamento – da me
Così non potrò mai andarci!



Emily DickinsonTraduzione di Giuseppe Ierolli.